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Luci e Ombre del Sexting: Intervista a Gaia Cuccì
30/10/2017
Come discusso in un precedente
articolo
, con sexting facciamo riferimento ad una serie di comportamenti di scambio, quali l’inviare, il ricevere e il postare, di contenuti sessualmente espliciti (messaggi di testo o immagini) attraverso smartphones, social network e Internet (Cuccì, Olivari & Confalonieri, 2017, pp. 120).
La Dott.ssa Gaia Cuccì, psicologa e ricercatrice specializzata in psicologia dell’adolescenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha approfondito con noi il tema del sexting parlandoci dei risultati delle sue ultime ricerche.
Spesso il sexting viene descritto come un
comportamento problematico
, tuttavia emergono posizioni contrastanti tra i professionisti che, a varo titolo, se ne occupano.
Lei cosa ne pensa?
Come viene discusso nel capitolo dedicato al sexting del libro da poco pubblicato
Questioni di Cuore
, per meglio comprendere tale fenomeno è necessario far riferimento ad una doppia concettualizzazione del
sexting
.
Da un punto di vista evolutivo e di sviluppo questo non emerge come un comportamento a rischio
in quanto rappresenterebbe per gli adolescenti una forma di esplorazione sessuale in linea con la cultura digitalizzata odierna, in cui i giovani esperiscono una serie di abilità sociali per mezzo di Internet. Allo stesso tempo, tra partner, il
sexting
può costituire una sostituzione della componente sessuale, ad esempio nelle coppie “a distanza”.
Dall’altro lato però è indubbio che la condivisione di questo tipo di materiale esponga l’adolescente a una serie di
rischi
poiché il giovane* non può mai prevedere la reale diffusione di un sext* (il partner o un amico ad esempio può inoltrare ad altri questo materiale per gioco o come forma di vendetta).
Un’ulteriore situazione di rischio si verifica
quando il sexting avviene con persone sconosciute
o, comunque, al di fuori dei confini di una relazione sentimentale o di amicizia, poiché il
sexting
può sfociare in altri fenomeni come il
grooming
in cui l’adolescente viene plagiato da un adulto e/o
pedopornografia
.
È necessario quindi prendere in considerazione* la motivazione alla base dell’invio di sext
, poiché può avvenire all’interno di una
dinamica coercitiva* in cui un partner obbliga l’altro ad inviare fotografie esplicite come forma di dimostrazione, esercitando una pressione che può sfociare in violenza psicologica e controllo. Oppure il sexting può verificarsi all’interno di una relazione sentimentale come forma di interazione con il proprio partner di cui ci si fida.
La considerazione, per ogni singolo caso, degli
interlocutori
e delle
motivazioni
può quindi aiutare a distinguere tra un
sexting
non problematico o funzionale, e una situazione di rischio per l’adolescente.
Emergono delle differenze tra ragazzi e ragazze nella percezione del sexting?
È necessario precisare che il fenomeno è stato studiato perlopiù in coppie di giovani adulti, per la difficoltà e resistenza degli adolescenti a parlare di temi così personali. Io, insieme alla Prof.ssa Emanuela Confalonieri e alla Dott.ssa Maria Giulia Olivari, ho iniziato a lavorare anche con gli adolescenti, quindi farò riferimento ai risultati di questi primi studi sul campo.
In realtà non ci sono particolari differenze tra maschi e femmine, ma tendenzialmente le ragazze hanno riportato delle emozioni più negative rispetto ai ragazzi. Mentre per questi ultimi il
sexting
si associa soprattutto a gioco, piacere, scherzo, le ragazze provano in misura maggiore sentimenti di imbarazzo e di vergogna. Ciò non significa che non vi siano ragazze che vivono il
sexting
come forma di piacere, ma sono in numero minore rispetto agli adolescenti maschi.
Quali sono i fattori che possono influenzare tale pratica tra gli adolescenti?
Considerando i
fattori individuali
, emergono come importanti l’
atteggiamento
verso il sexting, quindi, in generale, se si è favorevoli verso un comportamento sarà anche più probabile metterlo in atto, e il
sensation seeking
, ossia la tendenza a cercare forti emozioni.
A
livello sociale
, esercita una grande influenza il gruppo dei pari, il quale può stimolare l’emulazione di tale comportamento o esercitare una vera e propria pressione in quella direzione.
Ancora poco studiato è il ruolo che possono svolgere
i genitori
: dai primi risultati emerge che il semplice controllo dell’uso che gli adolescenti fanno delle tecnologie, senza dialogo e negoziazione di regole, non risulta efficace in quanto vissuto come una “imposizione” senza comprenderne quali siano le motivazioni alla base. In particolare, come emerge da una nostra recente ricerca, la figura del padre ha una maggiore influenza, sia sui figli maschi che femmine. In particolare comportamento di
sexting
maggiore nei figli è risultato essere associato ad uno stile
genitoriale autoritario del padre
, ossia molto impositivo, poco caloroso e che impone delle regole lasciando poco spazio al dialogo. Al contrario, un
padre autorevole
, che definisce delle regole chiare, stimola la comunicazione con i figli e fornisce vicinanza emotiva, è risultato associato a un minore comportamento di
sexting
nei figli.
Ha dei consigli per i genitori?
Alla luce di quanto detto, ciò che è raccomandabile è la promozione di un
dialogo
con i figli che tocchi anche questi temi, orientato al
renderli consapevoli delle possibilità e dei rischi
, per promuovere un comportamento il più possibile consapevole. Prendendo atto che
non è possibile per un genitore avere pieno controllo sull’uso delle tecnologie dei figli
, diventa quindi essenziale fornire loro regole e strumenti per gestire in modo autonomo e consapevole le relazioni e i comportamenti legati ai nuovi media.
Articolo a cura della Dott.ssa Serena Grumi
MSW
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